Cratere diviso in due
NASA/JPL-Caltech/UArizona
Cratere diviso in due
ESP_030559_2135
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Le superfici dei pianeti possono essere molto complesse e registrare moltissimi eventi differenti durante il corso degli anni. Gli scienziati cercano di ricostruire la storia di queste superfici cercando di capire come le loro caratteristiche geologiche si sovrappongono.

In questa immagine è possibile vedere un cratere da impatto di circa 2 km di diametro. Il cratere è tagliato da una frattura che va dalla parte superiore a quella inferiore dell'immagine. I geologi chiamano queste fratture "graben", che significa scavo in tedesco. La loro formazione è dovuta allo stiramento della superficie che ad un certo punto si spacca formando la crepa. Nel momento in cui si apre la crepa dei blocchi di roccia possono cadere verso il basso e formare il fondo piatto della frattura.

In questa immagine, il cratere esisteva prima della formazione del graben. Metà del cratere si trova sul fondo piatto del graben mentre l'altra metà è rimasta in alto, sul terreno circostante. Nonostante tale cratere sia stato diviso in due dal graben, entrambe le due metà sono in ottime condizioni, questo indica che sia il cratere, sia il graben sono geologicamente giovani.

Traduzione: Pasquale Sciarretta

 
Data di acquisizione
01 febbraio 2013

Ora su Marte
2:51 PM

Latitudine (centrata)
33.0°

Longitudine (Est)
255.4°

Altitudine della sonda
287.8 km

Scala originale dell’immagine
57.6 cm/pixel (con 2 x 2 binning) e gli oggetti di 173 cm attraverso sono risolti

Scala dell’immagine proiettata:
50 cm/pixel

Immagine proiettata
Equirettangolare (e il nord è su)

Angolo di emissione
5.7°

Angolo di fase
75.0°

Angolo di incidenza del Sole
70°, e il Sole è localizzato 20° sopra l’orizzonte

Longitudine solare
256.3°, autunno settentrionale

JPEG
Nero e bianco:
proiettato  non proiettato

Colore IRB:
proiettato  non proiettato

Colori combinati IRB:
proiettato

Colori combinati RGB:
proiettato

Colore RGB:
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JP2 per scaricare
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Colori combinati IRB:
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Addenda
Il Jet Propulsion Laboratory della NASA dirige la sonda MRO. La fotocamera fu costruita da Ball Aerospace & Techologies Corp., e il suo progetto è realizzato dall’Università dell’Arizona.